Tratto da “Se l’imperativo e’ sopravvivere” di Antonio Viscardi.
Queste righe vogliono essere un ringraziamento verso coloro che in questi ultimi difficili anni sempre piu’ numerosi hanno deciso di investire nei nostri prodotti e servizi di qualita’ a dispetto di una contrazione cosi’ importante del mercato. Al tempo stesso spero che questi ottimi risultati siano di sprone verso i nostri colleghi a continuare su questa strada e non cadere in facili espedienti per cercare di vendere un prodotto ad un prezzo minore a dispetto della qualita’.
Ne sono convinto: prima o poi questa fase di stasi generale finira’ e di certo, anche se molto lentamente, il mercato ridara’ il giusto spazio al prodotto di livello. Detto questo, le situazioni che si sono venute a creare in questo periodo di contrazione del mercato meritano delle riflessioni. Se per qualche posatore, rivenditore o ditta produttrice di parquet o di vernici questa situazione ha comportato un calo del fatturato, per altri le conseguenze sono state molto piu’ penalizzanti. In questo contesto tutti hanno cercato di difendersi come potevano o, peggio, sono stati costretti ad attuare degli espedienti per sopravvivere. Abbiamo assistito, e stiamo assistendo, ad una lotta per la sopravvivenza a tutti i livelli della filiera: posatori, rivenditori, produttori, imprese di costruzioni.
E’ davvero sconsolante sentire un posatore obbligato a ricorrere all’adesivo meno costoso che il mercato offre oppure essere costretto a lamentarsi della fornitura di parquet per ottenere uno sconto… Tutto per riuscire ad avere un minimo utile alla fine del suo intervento di posa.
E’ penalizzante, per il posatore, essere costretto a utilizzare un certo tipo di parquet solo perche’ e’ il meno caro, senza curarsi minimamente della sua qualita’.
E’ demoralizzante, per una ditta produttrice di parquet, dover continuamente difendere un prodotto completamente made in Italy, contro uno sempre made in Italy … ma fatto in Cina.
E’ sconsolante, per una azienda di prodotti chimici, dover abbandonare la via della qualita’ per produrre prodotti mirati per interventi al prezzo piu’ basso.
E’ deprimente, per tutti credo, constatare che si costruiscono case solo mercanteggiando l’appalto al prezzo piu’ basso, mettendo da parte i criteri costruttivi adeguati e le norme che li regolano (norme che sono sempre il frutto di mesi di sforzi e di trattative).
Quanto detto sin qui non vuole essere una condanna per nessuno, ma piu’ semplicemente un pungolo; vorrei indurre un po’ tutti ad una riflessione: quando le nubi passeranno e tornera’ un po’ di ottimismo, quando l’edilizia tornera’ a girare si ripartira’ da qui? Da questa lotta al ribasso? Da questa cannibalizzazione? Non credo, anche perche’ se cosi’ fosse nessuno ne trarra’ vantaggio. Il comparto si impoverirebbe sempre piu’ e quel che e’ peggio, la figura del posatore si opacizzerebbe fino a venire completamente offuscata.
Se i continui risultati ottenuti fanno un’opinione restiamo della nostra convizione di poter offrire prodotti multi livello ma con una costante comune: la qualita’.
Meglio un melaminico d’altissimo livello ad un prezzo interessante che un parquet a basso prezzo ma di sconosciuta provenienza.
Quando nel gennaio del 1985 iniziammo quest’avventura appendemmo sulla parete dell’ufficio una citazione di un tal Luigi Einuadi che ancora libero dalla polvere di tanto in tanto:
“…migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.”
Questa frase, così attuale, fu scritta da Luigi Einaudi più di sessanta anni fa.
Riflettiamoci.
Ancora Grazie.
Buona Vita.
Roberto Campi.
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