L'uomo e' un essere difficile, piu' difficile di qualsiasi complicatissima macchina, piu' difficile di tutte le cose che ci capitano sott'occhi.
Da migliaia di anni filosofi e pensatori di ogni genere si arrovellano nel vago tentativo di interpretare l'umanita'. Ma i risultati, per quanto non manchino, non hanno portato e non porteranno mai ad alcunche' di definitivo.
Siamo complicati, sobbarcati tutti - grandi, piccoli, vecchi e giovani - da mille pensieri e da mille riflessioni che, strano ma affascinante, tutti risolviamo in modo diverso.
Lo stesso oggetto, lo stesso tramonto, lo vediamo con milioni di occhi diversi: chi e' preso dalla nostalgia, chi dalla gioia, chi dai colori, chi dai pensieri colossali, chi rimane completamente assente e via via discorrendo la cosa potrebbe dilungarsi all'infinito.
Eppure tutti viviamo in comunita', dall'ultimo aborigeno dell'Australia fino al piu' dignitoso e raffinato letterato, condividendo, sopportando e talvolta ribellandoci alle differenze di vedute del nostro prossimo. Insomma, volenti o nolenti, siamo costretti a convivere e, come se non fossero sufficienti i nostri, pensiamo anche ai problemi del vicino. Anzi, a volte ci appassioniamo a tal punto ai fatti degli altri da dimenticare i nostri. E discutiamo, discutiamo sempre per le piccole e per le grandi cose, dalla segretaria che vuol convincere la collega della bravura del tal cantante, fino al luminare che discute sul trapianto del cuore.
E' un mondo caleidoscopico, variopinto, con mille colori e mille sfumature che spesso si accavallano,s'intrecciano, si disuniscono, come in un ciclopico e brulicante formicaio.
Comunque, nonostante il grosso sforzo che dobbiamo compiere per sopportarci quotidianamente a vicenda, possiamo dire di vivere in un mondo affascinante.
E' difficile quindi comprendere perche' tutto questo intrecciarsi di interessi e opportunita' comuni si trasformino spesso, e ancor piu' si siano trasformati in questi ultimi anni, in buie pagine della nostra storia; pazzia pura stracondita da improbabili atti di fede, intolleranze secolari e neanche tanto celati interessi di parte contro tutto e tutti.
Ma nonostante questo, senza dimenticare mai gli episodi che la stupidita' umana ci ha portato e purtroppo ci portera' in futuro, non bisogna fermarsi, occorre continuare, guardare avanti, conoscere sempre meglio "gli altri" sia per noi stessi che per le persone a noi piu' care con cui condividere cio' che abbiamo imparato.
Conoscere vuol dire capire, avere il mezzo per vedere piu' in la', per essere piu' grandi, per contribuire il piu' possibile, per essere piu' disponibile a tutti. E tutti, chi piu' chi meno, a seconda delle nostre capacita', possiamo farlo. Ognuno di noi ha un compito suo, che si e' scelto o che dalla societa' gli e' stato assegnato, e lo svolgerlo con fiducia e con dignita' vuol dire arricchirsi e diventare piu' forti.
Il fatto stesso di essere a contatto d'altri, di tanti altri, e' gia' di per se' un segno di fortuna, come se fossimo tutti complici dell'enorme fenomeno della vita, come se tutti partecipassimo a costruire il domani.
Questa nostra smania di conoscere e di discutere ci spinge come una pazza molla ad interpretare gli altri, a renderci partecipi dei loro stati d'animo, a lavorare, a soffrire e a gioire insieme.
E' il nostro modo, umano e dignitoso, di realizzarci, cioe' di crescere, di affinarci, di arricchirci delle idee e della sensibilita' di quanti ci circondano.
Un Augurio sincero per un felice Natale e soprattutto per un sereno anno che (si spera) verra'.
A presto
Roberto Campi
Da migliaia di anni filosofi e pensatori di ogni genere si arrovellano nel vago tentativo di interpretare l'umanita'. Ma i risultati, per quanto non manchino, non hanno portato e non porteranno mai ad alcunche' di definitivo.
Siamo complicati, sobbarcati tutti - grandi, piccoli, vecchi e giovani - da mille pensieri e da mille riflessioni che, strano ma affascinante, tutti risolviamo in modo diverso.
Lo stesso oggetto, lo stesso tramonto, lo vediamo con milioni di occhi diversi: chi e' preso dalla nostalgia, chi dalla gioia, chi dai colori, chi dai pensieri colossali, chi rimane completamente assente e via via discorrendo la cosa potrebbe dilungarsi all'infinito.
Eppure tutti viviamo in comunita', dall'ultimo aborigeno dell'Australia fino al piu' dignitoso e raffinato letterato, condividendo, sopportando e talvolta ribellandoci alle differenze di vedute del nostro prossimo. Insomma, volenti o nolenti, siamo costretti a convivere e, come se non fossero sufficienti i nostri, pensiamo anche ai problemi del vicino. Anzi, a volte ci appassioniamo a tal punto ai fatti degli altri da dimenticare i nostri. E discutiamo, discutiamo sempre per le piccole e per le grandi cose, dalla segretaria che vuol convincere la collega della bravura del tal cantante, fino al luminare che discute sul trapianto del cuore.
E' un mondo caleidoscopico, variopinto, con mille colori e mille sfumature che spesso si accavallano,s'intrecciano, si disuniscono, come in un ciclopico e brulicante formicaio.
Comunque, nonostante il grosso sforzo che dobbiamo compiere per sopportarci quotidianamente a vicenda, possiamo dire di vivere in un mondo affascinante.
E' difficile quindi comprendere perche' tutto questo intrecciarsi di interessi e opportunita' comuni si trasformino spesso, e ancor piu' si siano trasformati in questi ultimi anni, in buie pagine della nostra storia; pazzia pura stracondita da improbabili atti di fede, intolleranze secolari e neanche tanto celati interessi di parte contro tutto e tutti.
Ma nonostante questo, senza dimenticare mai gli episodi che la stupidita' umana ci ha portato e purtroppo ci portera' in futuro, non bisogna fermarsi, occorre continuare, guardare avanti, conoscere sempre meglio "gli altri" sia per noi stessi che per le persone a noi piu' care con cui condividere cio' che abbiamo imparato.
Conoscere vuol dire capire, avere il mezzo per vedere piu' in la', per essere piu' grandi, per contribuire il piu' possibile, per essere piu' disponibile a tutti. E tutti, chi piu' chi meno, a seconda delle nostre capacita', possiamo farlo. Ognuno di noi ha un compito suo, che si e' scelto o che dalla societa' gli e' stato assegnato, e lo svolgerlo con fiducia e con dignita' vuol dire arricchirsi e diventare piu' forti.
Il fatto stesso di essere a contatto d'altri, di tanti altri, e' gia' di per se' un segno di fortuna, come se fossimo tutti complici dell'enorme fenomeno della vita, come se tutti partecipassimo a costruire il domani.
Questa nostra smania di conoscere e di discutere ci spinge come una pazza molla ad interpretare gli altri, a renderci partecipi dei loro stati d'animo, a lavorare, a soffrire e a gioire insieme.
E' il nostro modo, umano e dignitoso, di realizzarci, cioe' di crescere, di affinarci, di arricchirci delle idee e della sensibilita' di quanti ci circondano.
Un Augurio sincero per un felice Natale e soprattutto per un sereno anno che (si spera) verra'.
A presto
Roberto Campi